Prova

Il giornale online dell'ISTITUTO PROFESSIONALE di STATO per i SERVIZI ALBERGHIERI e della RISTORAZIONE di San Pellegrino Terme (BG)

Realizzato dagli alunni delle classi 1ªF, 1ªD e 2ªD coordinati dal prof. Giuseppe Ippolito

Dirigente scolastico: prof. Brizio Luigi Campanelli

giovedì 14 gennaio 2016

Riappropriarsi del valore delle parole, dei sentimenti, delle emozioni nell'era di internet

Scomparsi  “ch”, vocali, sillabe, punti interrogativi, apostrofi, accenti! Sono piccoli e si mimetizzano facilmente, sono soliti frequentare biblioteche, librerie, centri culturali. Chiunque riesca a trovarli riceverà una lauta ricompensa.
La lingua italiana è a lutto per la scomparsa di molti dei suoi elementi caratteristici all’interno della comunicazione virtuale e degli sms. Oggi la vita è frenetica, veloce e stressante, tutti vanno di fretta anche nella comunicazione. 


Nasce così il linguaggio per i giovani – e non solo – che oltre ad essere sgrammaticato, non prevede altre regole se non la velocità nello scrivere. Gli esempi sono davvero infiniti: si va dal “Dmn sera c prend l’ape?” (domani sera ci prendiamo l’aperitivo?, ndr), al “6 3mendo” (sei tremendo, ndr), passando dal “Cvd l’es è and male” (come volevasi dimostrare l’esame è andato male, ndr) fino ad arrivare ai classici “tvtb” per “ti voglio tanto bene” e “tat” per “ti amo tanto”.
Il problema, fortunatamente, non nasce dall’ignoranza o dall’incapacità di scrivere in italiano corretto, ma dall’esigenza impellente di comunicare in maniera veloce ed immediata, perché chi scrive ha la consapevolezza di elaborare un testo diverso da quello scolastico o universitario. Di fatto il valore comunicativo della parola sembra venire meno. “Cercando le parole si trovano i pensieri” diceva lo scrittore francese Joseph Joubert, è proprio la parola nella sua interezza ad esprimere ed esplicitare il suo contenuto, delineandone i contorni. La parola ha infatti un potere quasi magico, può scaldare l’anima, può consolare o ferire, può essere pungente come una spina o dolce come una carezza.
Per riappropriarci del valore della parola, dunque, dovremmo abituarci a scrivere in maniera completa, fermandoci almeno quei cinque minuti necessari alla realizzazione di una comunicazione efficace. Un’altra soluzione potrebbe essere la ripresa della comunicazione epistolare anche se considerata ormai desueta ed anacronistica: il possesso di carta e penna, ci da infatti, la possibilità di parlare senza essere interrotti, esprimendo a pieno i propri sentimenti.
Bisognerebbe, infine, appropriarci del valore del tempo, dare spazio alla riflessione per scrivere di emozioni la pagina bianca della nostra vita.

Alessia Ripamonti, 2ªD - Michela Passera, 2ªD - Carlotta Biscuola, 2ªD - Chiara Celso, 2ªD

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