Prova

Il giornale online dell'ISTITUTO PROFESSIONALE di STATO per i SERVIZI ALBERGHIERI e della RISTORAZIONE di San Pellegrino Terme (BG)

Realizzato dagli alunni delle classi 1ªF, 1ªD e 2ªD coordinati dal prof. Giuseppe Ippolito

Dirigente scolastico: prof. Brizio Luigi Campanelli

mercoledì 13 gennaio 2016

I videogiochi possono aumentare la massa cerebrale

È sempre aperto il dibattito sulla violenza presente nei videogames e sulle conseguenza che può avere sui giocatori. Si afferma spesso che la violenza dei videogiochi possa portare i ragazzi a commettere atti di violenza nella vita reale.
Ma è davvero così? O è solo una scusa che gli adulti utilizzano per proibire ai figli di passare troppo tempo davanti ai videogiochi? 

I genitori spesso credono che le azioni violente commesse dai ragazzi siano il frutto diretto delle tante ore trascorse davanti ad una consolle di gioco; e così gli adulti si convincono che i videogames possono nuocere alla vita dei propri figli.
Il Max Planck Institute for Human Development and Charité University Medicine St. Hedwig-Krankenhaus di Berlino ha recentemente condotto una ricerca su 46 persone, dell’età media di 24 anni, divise in due gruppi per un periodo di tempo di due mesi. Il primo gruppo ha giocato ai videogames per 30 minuti al giorno, il secondo gruppo non ha giocato per niente. Al termine del periodo, nei componenti del primo gruppo è stato riscontrato un incremento apprezzabile della massa cerebrale; più precisamente nelle regioni della formazione ippocampale destra, della corteccia prefrontale dorsolaterale destra e del cervelletto bilaterale. Queste regioni sono associate alla navigazione spaziale, alla formazione della memoria, alla pianificazione strategica e alle capacità motorie di precisione delle mani. Lo studio ha quindi dimostrato che è possibile allenare determinate aree del cervello attraverso i videogiochi.
Quindi perché impedire ai propri figli di giocare ai videogames se questi non solo non fanno male ma anzi permettono di allenare il cervello?
Ovviamente ogni genitore deve consentire ai propri figli di giocare con videogiochi adatti alle diverse fasce d’età. Per questo motivo è stato inventato il Pegi (Pan european game information, ndr) un metodo di classificazione valido su tutto il territorio europeo usato per catalogare i videogiochi attraverso cinque tipologie di età e otto descrizioni di contenuto.


Davide Cacciola, 1ªD

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