Prova

Il giornale online dell'ISTITUTO PROFESSIONALE di STATO per i SERVIZI ALBERGHIERI e della RISTORAZIONE di San Pellegrino Terme (BG)

Realizzato dagli alunni delle classi 1ªF, 1ªD e 2ªD coordinati dal prof. Giuseppe Ippolito

Dirigente scolastico: prof. Brizio Luigi Campanelli

giovedì 14 gennaio 2016

Dipendenze. Il gioco d'azzardo

Il gioco d’azzardo è un fenomeno che si espande a macchia d’olio, in Italia come nel resto del mondo. Sono più di 30 milioni gli Italiani che, nell’ultimo anno, hanno giocato almeno una volta.
Nella sua forma grave, definita ludopatia o gioco d’azzardo patologico (Gap), questa problematica colpisce circa un milione e mezzo di persone in Italia (il 3% della popolazione adulta). 


Ad essere maggiormente interessati da questo problema, secondo una ricerca dell’Eurispes, sono soprattutto i ceti medio-bassi, i disoccupati e gli anziani. E ancor di più preoccupano i dati che descrivono il coinvolgimento nel gioco degli under 18: nel 2009 il problema del gioco ha interessato quasi 600.000 minorenni, con un incremento annuo stimato intorno al 13%. Di questi, inoltre, addirittura il 10% soffrirebbe di una problematica a rischio psicopatologico.
L’aumento dei giocatori compulsivi consente allo Stato italiano di fare affari d’oro: nel solo 2011 le entrate derivanti dai giochi autorizzati dai Monopoli di stato ammontano a 13,5 miliardi di euro. In Italia esistono 400.000 macchine da gioco nei locali (il 15% in più rispetto agli altri stati dell’Unione Europea, ndr). A questo stato di cose va aggiunta la possibilità di accedere al gioco 24 ore su 24 offerta dal recente fenomeno dei siti web e dei casinò online.
Il gioco d’azzardo patologico è riconosciuto come una vera e propria malattia dall’Organizzazione mondiale della sanità da molti anni; viene considerata una “dipendenza senza droga”, un disturbo assimilabile sotto molti aspetti (ad esempio per l’assuefazione e i sintomi d’astinenza) all’alcolismo, alle tossicodipendenze e al tabagismo. 
Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Dsm) individua diversi sintomi che consentono di capire quando si tratta di una vera forma patologica; tra i comportamenti a rischio del giocatore vanno annoverati il coinvolgimento sempre maggiore nel gioco, il puntare somme di denaro sempre più alte, l’essere irrequieto ed irritabile se smette di giocare o prova a farlo di meno, il ricorrere al gioco per fuggire dai problemi, l’“inseguire” le perdite (giocare per rifarsi, ndr). E spesso il giocatore compulsivo arriva a compromettere relazioni importanti e ad avere problemi sul lavoro, a scuola; non va dimenticato poi che spesso per finanziare il gioco si giunge ad assumere condotte di vita illegali.
Per guarire da questo genere di dipendenza bisogna seguire una precisa terapia per far capire al soggetto di essere ammalato.

Nicolò Chiappa, 2ªD - Alessandro Sorte, 2ªD - Andrea Rota, 2ªD

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