Prova

Il giornale online dell'ISTITUTO PROFESSIONALE di STATO per i SERVIZI ALBERGHIERI e della RISTORAZIONE di San Pellegrino Terme (BG)

Realizzato dagli alunni delle classi 1ªF, 1ªD e 2ªD coordinati dal prof. Giuseppe Ippolito

Dirigente scolastico: prof. Brizio Luigi Campanelli

mercoledì 13 gennaio 2016

Violenza sugli animali punibile per legge

La violenza praticata contro gli animali è un fenomeno, purtroppo, molto diffuso nonostante sia punito dalla legislazione italiana con l’articolo 544 del Codice penale e dalla legge 201 del 4 novembre 2010. 




Chiunque causi una lesione ad un animale o lo sottopone a sevizie, a fatiche e lavori insopportabili viene punito con il carcere da 3 a 18 mesi o con una multa che può andare 5.000 a 30.000 euro. 2. Le stessa pene si applicano a quanti somministrano agli animali sostanze stupefacenti o vietate e li sottopongono a trattamenti violenti che procurano un danno alla salute degli animali. Ancora più gravi sono le pene se da questi comportamenti ne deriva la morte degli animali.
Maltrattamenti ed abbandono di animali domestici si verificano spesso, ma  non solo, nel periodo estivo.
Molto grave, e causa di enormi sofferenze per gli amici a quattro zampe, è anche il loro utilizzo come cavie per esperimenti scientifici o per test sui cosmetici.
Chi decide di tagliare la coda o le orecchie, per motivi prettamente estetici, al proprio cane dovrebbe riflettere prima a quanto dolore causa questa operazione chirurgica; è un atteggiamento irrispettoso e violento che si configura a tutti gli effetti come una tortura. Si tratta infatti di interventi chirurgici destinati solamente a modificare la morfologia di un cane e non certo finalizzati a scopi curativi.
Bisognerebbe capire che maltrattare gli animali è come maltrattare le persone. Anzi è ancora peggio perché gli animali, a differenza delle persone che possono difendersi se maltrattate, dipendono in tutto e per tutto da noi uomini; quindi non bisogna far loro del male, per nessun motivo.
La legge italiana punisce anche quanti introducono, a scopo di lucro, nel territorio nazionale animali da compagnia privi di sistemi di identificazione (microchip, ndr) e delle relative certificazioni; le pene prevedono la reclusione da tre mesi ad un anno e multe da 3.000 a 15.000 euro.

Deborah Farenzena, 1ªD - Gaia Giuliani, 1ªD

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